Benchè sia una specialità gastronomica la cui ricetta si è conservata soprattutto per tradizione orale, il Mandurlin dal Pont trova diverse citazioni e richiami in svariate forme documentali.
Nelle righe seguenti vengono illustrate in ordine cronologico tutte le citazioni più significative sino ad oggi reperite nelle ricerche.

Settembre 1792: LE MANDORLE A PONTELAGOSCURO

Più che una notizia è una suggestione: le mandorle circolavano in porto a Pontelagoscuro già nel XVIII secolo.

Il 27 settembre 1792 il sig, Nicola Lonardo Caricola, di professione negoziante nonché proprietario, prendeva a nolo per 180 ducati il trabaccolo del “padron” Giuseppe Borattini di Ancona per caricare mandorle a Giovinazzo di Puglia e trasportarle a Ponte di Lagoscuro e a Trieste.

Un viaggio per mare e fiume così lungo e impegnativo per l’epoca dimostra quanto fosse importante lo scalo pontesano per i commerci e la distribuzione, tra altro, anche della frutta secca, merci che poi venivano stoccate nei magazzini interni alla Via Coperta.
Che fine facessero poi le mandorle a Pontelagoscuro non se ne ha idea, ma la suggestione che già allora venissero utilizzate per produrre dolci è reale…

“Parte del Ponte Lagoscuro per indicare li scali merciarj sul porto e le comunicazioni col Canal Panfilio. Mappa illustrativa nelle “Memorie per un piano di Regolamento del Porto del Ponte Lag’Oscuro”. 1797. (L)

1928: I MANDURLIN DAL PONT NEI RICORDI DI GAETANO TUMIATI

Gaetano Tumiati, noto scrittore e giornalista ferrarese trapiantato a Milano, annovera tra i suoi ricordi di gioventù la passione per i Mandurlin dal Pont. In un colorito articolo dal titolo “Quando a Ferrara c’erano i Lancieri” pubblicato sul periodico “Ferrara – Voci di una città” nel dicembre 1997, Tumiati racconta ai lettori i suoi sentimenti di nostalgia che lo avvolgono al ricordo degli anni passati a Ferrara in gioventù:

Pontelagoscuro, anni ‘20. L’animatissima Piazza delle Erbe, con il Tram elettrico e la facciata sud della Via Coperta. (WF)

La Giarina di Pontelagoscuro. Battigia del Po dalla sponda sinistra di Santa Maria Maddalena. (WF)

«A Milano, dove abito da oltre quarant’anni, torno di tanto in tanto a Ferrara, mia città d’origine, e quindi conosco benissimo il suo aspetto moderno, vivo, pulito. So anche che parcheggiare la macchina nelle vie del centro è difficile come in una metropoli.
E tuttavia, se a Milano, in un momento qualsiasi – magari in una metropolitana sovraffollata – mi vien fatto di ripensare alla mia città, spesso mi capita di rivederla come era negli anni Trenta, o addirittura negli anni Venti ai tempi della mia infanzia: vie ampie e semideserte, senza l’ombra di un macchina; corso Giovecca, la nostra “grande via”, ancora pavimentata a ciottoli con doppio binario di lastroni di pietra; i caselli del Dazio in fondo a viale Cavour con il daziere in divisa che fermava le carrozze provenienti dalla stazione – carrozze chiuse,”barline” – e domandava al viaggiatore se avesse con sé qualche merce soggetta a dazio.
E i piccoli tram sferraglianti e beccheggianti, capolinea in piazza Savonarola, tutti color verdastro tranne quello bianco panna che si spingeva fino a Pontelagoscuro, affollatissimo la domenica dalle famigliole che andavano a vedere il Po e a comprare i MANDORLINI, sorta di spumini di chiara d’uovo e mandorle che, a quanto si diceva, soltanto a Pontelagoscuro venivano fatti a regola d’arte.»

Lo stesso Tumiati dedica al Mandorlino anche un verso di una poesia ambientata nel 1928.
In un altro articolo uscito su “Voci di una Città” del dicembre 2007, Tumiati «per l’ardire dimostrato nel corso del suo novantesimo compleanno, estate 2007, abbandonando la prosa, di cui era esperto cultore, affronta – vergine – il cadenzato ritmo dei versi, con una serie di poesie su Ferrara e il ferrarese, fra queste “CINQUE INCONTRI SUL PO”» dedicate agli amici lettori della rivista:

1928
Sconfinata distesa senz’onde
eppur viva di fremiti e gorghi
che scivolavi lentissima
verso tue mete lontane
misteriosa apparisti ai miei occhi
di ragazzino decenne
per la prima volta affacciato
al tuo argine erboso

«Che c’è? Che c’è? Non ti piace?»
s’affrettò premurosa la zia che m’aveva condotto fin lì affrontando il periglio di sei chilometri ed oltre sul beccheggiante tram color crema diverso da tutti gli altri tram della nostra Ferrara.
«Sì, sì,» mormorai sottovoce «è largo.»
E subito mi voltai portando finalmente alla bocca il resto di un MANDORLINO comprato sotto la cupa Galleria di Pontelagoscuro.

Interno della galleria della Via Coperta. Pontelagoscuro, anni’30. (WF)

1931: LA GUIDA GASTRONOMICA D’ITALIA DEL TOURING CLUB ITALIANO

Forse la citazione più prestigiosa per il Mandurlin dal Pont, che fornisce una prova in generale della storicità della specialità e, nondimeno, un indizio sull’età “minima” di anzianità, è quella rinvenuta sulla Guida Gastronomica d’Italia del Touring Club Italiano stampata a Milano nel 1931.

La Guida Gastronomica d’Italia del 1931 e’ considerata dagli storici dell’alimentazione uno straordinario repertorio delle vivande, tutte accuratamente descritte, divise regione per regione.

A distanza di 40 anni dal censimento gastronomico nazionale di Pellegrino Artusi, che si focalizzava sulle ricette patrimonio dell’Italia unita, il Touring con la sua inchiesta spostava l’attenzione sui prodotti base delle ricette, realizzando un vero e proprio inventario delle risorse gastronomiche del nostro Paese.

Due grandi storici della cultura della cucina italiana, Alberto Capatti e Massimo Montanari, affermano che nell’opera “si ritrovano non ricette ma definizioni di vivande, risorse locali di media e piccola entita’ e tutti gli ingredienti per fare una buona cucina”.

La presenza di specialità nella Guida del Touring rappresenta pertanto un attestato di tipicità ed esclusività territoriale di altissimo valore.

Nella sezione territoriale della Provincia di Ferrara, oltre al capoluogo vengono individuate solo 4 località con specialità gastronomiche, Argenta, Comacchio, Sant’Agostino e Pontelagoscuro con la citazione dei Mandurlin dal Pont:

«PONTELAGOSCURO – Mandorlini del ponte (i mandulin dal pont): piccole paste dolci con mandorle intere; si trovano anche a Ferrara.»

P.A.T. PRODOTTO AGROALIMENTARE TRADIZIONALE

I “Mandorlini del ponte” o “Mandurlin dal pont “ sono un “PAT – Prodotto Agroalimentare Tradizionale” riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, su proposta della Regione Emilia-Romagna.

Questo prodotto rientra nella categoria Paste fresche e prodotti di panetteria, pasticceria, biscotteria e confetteria.

Con il termine “prodotti tradizionali” s’intendono quei prodotti agroalimentari le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultino consolidate nel tempo, omogenee per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni.

Il “sistema” dei prodotti tradizionali è regolamentato dal Decreto del MI.P.A.A.F. del 18 luglio 2000. “Prodotto Tradizionale” è un marchio di proprietà del Mipaf che si colloca al di fuori della normativa sulle attestazioni DOP, IGP e STG. Ogni anno il Ministero aggiorna con decreto l’elenco dei P.A.T.

L’ultimo elenco dei PAT (rev. n. 22) è stato approvato con Decreto del MI.P.A.A.F. del 25 febbraio 2022.

ALBUM DI FAMIGLIA – REGIONE EMILIA-ROMAGNA

Nella guida “Album di Famiglia” Il Mandorlino del Ponte è citato fra i prodotti tradizionali dell’Emilia-Romagna.

L’Album di Famiglia è una raccolta dei prodotti tradizionali emiliano-romagnoli inseriti nell’elenco nazionale dei P.A.T. 

I prodotti presentati nella pubblicazione,  vogliono essere un piccolo esempio del grande patrimonio che la nostra Regione è in grado di offrire in termini di identità culturale ed anche come strumento di valorizzazione e promozione del proprio territorio.

Info su https://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/dop-igp/temi/prodotti-tradizionali

IL GAMBERO ROSSO

Anche la prestigiosa guida gastronomica dedica una citazione al Mandorlino del Ponte.

In un Articolo Food  pubblicato  il 12 marzo 2017 a cura di Francesca Fiore, dal titolo  “L’Emilia-Romagna in 10 biscotti tradizionali e la ricetta dei buslanein della pasticceria Falicetto” il mandorlino  del Ponte è annoverato tra i dieci dolci alle mandorle dell’Emilia-Romagna, con tanto di breve storia e ricetta sommaria, nella quale viene precisato che “… è chiaro che i mandorlini sono un biscotto da riciclo molto semplice e gli originali si trovano solo nei forni artigianali di Pontelagoscuro”.

Info su https://www.gamberorosso.it/notizie/articoli-food/l-emilia-romagna-in-10-biscotti-tradizionali-e-la-ricetta-dei-buslanein-della-pasticceria-falicetto/

ALTRE CITAZIONI

Navigando sul web sono davvero innumerevoli le citazioni dei Mandurlin dal Pont, o dei Mandorlini del Ponte: si trovano anche diversi tutorial pubblicati su siti di cooking tra i più visitati, come Giallozafferano. Qui diamo un sintetico elenco di pubblicazioni trovate so Google:

La cucina di Lisa Biondi”, raccolta di ricette regionali di Gosetti.- 1978 Mondadori Editori,

Mangia italiano. Guida alle specialità regionali italiane” – di Monica Cesari Sartoni – 2005 Morellini Editore.

The Italian Food Guide. The Ultimate Guide to the Regional Foods of Italy” – 2002 Touring Club Italiano.