Buongiorno #pontesani!

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Conosciamo l’antico borgo di Pontelagoscuro attraverso le immagini proposte periodicamente sulla pagina facebook della Pro Loco con il post dal titolo Buongiorno #pontesani!

Un invito a entrare nella storia e, magari, raccontare storie intorno ai luoghi di un tempo. In alcuni rari casi i luoghi di un tempo non sono stati cancellati, ed i ricordi possono moltiplicarsi, facendo emergere spaccati di vita passata e ritorno al presente di episodi confinati nella memoria.

25 luglio 2021


Buongiorno #pontesani!

In tempi di vacanze estive la nostalgia dei tempi perduti ci guida inevitabilmente alla spiaggia pontesana per antonomasia, la famosa #giarina. Il nostro vicepresidente Gabriele Botti ha trovato un pezzo del Corriere Padano nel quale si parla proprio del lido nostrano che, per la verità, era situato oltre il confine emiliano-veneto, sulla sponda sinistra del Po a Santa Maria Maddalena. Ecco cosa scriveva NELLO MATTEUCCI sul Corriere Padano il 9 luglio 1933:

DOMANI VERRA’ UFFICIALMENTE APERTA LA SPIAGGIA FLUVIALE DI PONTELAGOSCURO

di Nello Matteucci, Corriere Padano 9 luglio 1933

Vorrei avere la penna forbita (penna per modo di dire perché gli articoli li scrivo a macchina) e l’estro di un tale che qualificandosi per futurista, ha scritto giorni orsono un articolo caudato sulla “Giarina” , una specie di articolessa tutta imbottita di “dardeggiar di fuoco”, di “pomodori purpureo del sole, di baionettate di ossigeno-luce“, ecc. per descrivere domani sera , il resoconto dell’apertura ufficiale della “Giarina”, perché se l’estro futurista mi aiutasse in mezza colonnetta sintetizzerei tutto: cosa invece che mi riuscirà difficile con la prosa passatista. Ma per ora non ci pensiamo.

Domattina, alle 10 sarà aperta la spiaggia fluviale di Pontelagoscuro: quella spiaggia che l’anno scorso ebbi modo di decantare per diversi mesi; quella spiaggia che nelle ricorrenze festive raccoglieva qualcosa come cinque o seimila persone provenienti non solo da Ferrara e dai paesi della riviera Padana, ma da lontani centri. E sarà bene ricordare che v’erano delle squadre ciclistiche che scendevano dal Portuense , dall’Argentano, dal Bondenese . . . Ed era un accorrere ilare, festoso a bere a pieni polmoni la luce e l’aria di questa spiaggia fluviale, che negli anni passati si manteneva ancora grezza, selvaggia, poco ospitale in confronto a quello che si è riusciti a fare quest’anno. Provare-come si suol dire – per credere! La prova è gratuita.

La “Giarina” è andata in questi ultimi giorni rivestendosi della sua attrezzatura balneare e si va popolando di una folla festante che al sole ed all’acqua altro non chiede che di poter dimenticare, sia pure per breve ora le vicissitudini della vita quotidiana. I pochi campagnoli che negli scorsi anni abitavano nei pressi della località non ancora “scoperta” non avrebbero mai pensato che la sponda Padana, così placida e silenziosa potesse essere invasa da una folla di bagnanti, ansiosi di mettersi in libertà e di esporre alla bella luce qualche decimetro quadrato in più dell’epidermide: di quella povera pelle soffocata dai vestiti che la società impone di portare tra le vie incatramate e cementate della città. E non pensavano che l’aria mite, trasportata dalla corrente del fiume regale, potesse venire turbata dai ritmi allegri della musica da ballo. Sissignori, dalla musica da ballo. Perché domenica, forse ( dico forse perché l’organizzazione sta studiando anche questo) avranno luogo anche dei trattenimenti danzanti.

La “Giarina” tra il clangore della folla rumorosa e tra il vociare dei fanciulli che si rincorrono seminudi ha anche, per gli amatori della quiete e della poesia, il suo soffio romantico del passato, che la civiltà non è riuscita ancora a violare. E questa zona è formata dall’incantevole boschetto che separa l’arenile dalla strada di accesso. Alberi fronzuti e carichi di anni, salici snelli gemmati di verde che si spingono al cielo e che il vento lambisce con mano carezzevole facendoli docilmente chinare il capo, cespugli folti di frasche verdi e di vegetazione erbacea, dove le famiglie ferraresi si porteranno per consumare la merenda dopo essersi immersi nelle acque.

Le barche che traghettano le persone dal bacino della conca fluviale alla località dei bagni non faranno che intensificare quotidianamente il loro traffico. I moralisti stiano tranquillissimi, che il buon costume sarà rigorosamente tutelato dall’Arcangelo Gabriele sotto le spoglie del Maresciallo Maggiore dei Carabinieri di Occhiobello.

Dopo il lato . . . artistico, passiamo ora al campo pratico, esponendo ciò che interessa maggiormente al pubblico, cioè i servizi, le comunicazioni, i prezzi, le norme che disciplinano il soggiorno alla “Giarina”. Si torna a ripetere che l’ingresso è libero a chiunque, e chiunque può accedere dalla parte che vuole e nel modo che gli fa più comodo. È vietato di introdursi ai venditori ambulanti di qualsiasi specie e di impiantare tende. Dobbiamo a questo punto, e prima di continuare, rivolgere un elogio ai dirigenti del Dopolavoro di Ferrara, i quali, con l’esclusione dei venditori ambulanti mettono il pubblico nella sicurezza di tutelarsi circa i prezzi e le qualità della merce.

Dopo il ponte ( per quelli che vengono da Ferrara con veicoli di qualsiasi specie), si devia a sinistra dove appositi cartelli indicheranno la via da seguire. Prima dell’ingresso alla “Giarina” avrà luogo il posteggio con le seguenti tariffe: Biciclette L. 0,30, motociclette L. 1; automobili L. 2.

I prezzi per le consumazioni da effettuarsi al buffet sono stabiliti nella seguente misura e per quanto riguarda i generi di maggiore consumo: mezza bottiglia birra L. 2; gassosa L. 0,60; piccolo birra L. 1; bibite in ghiaccio L. 0,60. Tutte le bevande in vendita e così pure gli altri generi commestibili (panini al salame, dolciumi, ecc.) saranno conservati in ghiaccio. Per le suddette consumazioni vi sarà l’aumento della percentuale qualora il pubblico desiderasse essere servito o seduto al tavolo o sulla sabbia lontano dallo chalet, richiedendo in tale modo l’impiego di maggior personale.

I dirigenti il Dopolavoro, all’apertura ufficiale della spiaggia, saranno naturalmente sul posto per dare gli ultimi ritocchi all’organizzazione e soprattutto per constatare praticamente le eventuali modifiche da prendersi immediatamente. È logico supporre che l’affluenza di pubblico sarà di tale importanza da richiedere l’occupazione di tutti i capanni e da mettere a dura prova la abilità del personale addetto ai servizi della nuova spiaggia.

Per quanto riguarda l’affitto dei capanni, la Direzione del Dopolavoro, ha tenuto il prezzo specialissimo di L. 3 per capanno (per tre persone) con l’intento così di favorire anche la massa di impiegati, di operai, di artigiani, che volessero trascorrere i giorni liberi alla “Giarina”.

Per coloro che giungeranno da Ferrara in Tram ( il tram farà servizio da Ferrara a Pontelagoscuro ogni 20 minuti, al prezzo di L. 0,70 per corsa) potranno imboccare la via Coperta e, una volta sulla riva del Po percorrere l’argine, raggiungendo il bacino della conca (un centinaio di metri); qui sosteranno i barcai che traghetteranno i bagnanti dalla parte opposta facendoli approdare proprio in piena spiaggia di fronte ai capanni. È forse superfluo aggiungere che i barcai sono tutti provetti rematori, abilissimi e celeri e, ciò che ha molta importanza, la tariffa di trasporto sarà lievissima.

Come si vede, da questo complesso e, nello stesso tempo molto curata organizzazione, emerge chiaramente che il Dopolavoro si è dato d’attorno per tempo, riuscendo a garantire al pubblico ferrarese – che da tanto tempo l’aspettava – quel famoso sbocco per la cittadinanza costretta a cuocersi per sei giornate consecutive negli uffici o nelle fabbriche. Ed era giusto che questa iniziativa partisse proprio dal Dopolavoro, da quella poderosa opera nazionale, che il Duce ha creato per il sollievo morale e materiale del popolo italiano.

P.S.: siamo nel 1933…..

6 giugno 2021


Via Nuova e lo Zuccherificio Gulinelli

Buongiorno #pontesani!

Oggi ci siamo fermati sulla curva di via Nuova, verso la confluenza su via Ricostruzione, dove un tempo si ergeva, severo ed imponente, lo zuccherificio Conte Gulinelli. Forse alcuni ricordano ancora le rovine esistenti fino alla fine egli anni ’80 nella zona ove oggi si passeggia nelle vie Nemesio Orsatti e Francesco Migliari. Tale zona venne bonificata, da ordigni bellici e residui industriali, per realizzare il nuovo quartierino compreso tra il campo sportivo, via Venezia, la ferrovia e via Ricostruzione. Abbiamo avuto la fortuna di trovare una pubblicazione di una trentina di anni fa, nella quale è ricostruita molto dettagliatamente la storia del “fu” zuccherificio Gulinelli.

ZUCCHERIFICIO E DISTILLERIA ALCOOLS GULINELLI di Giovanni Guerzoni e Monica Cavicchi.

I lavori per l’erezione dello stabilimento di proprietà del Conte Luigi Gulinelli iniziarono a Pontelagoscuro nel settembre 1898, contemporaneamente a quelli per la costruzione dello zuccherificio Schiaffino Roncallo & C. (poi Romana Zuccheri, Ponteco e infine SFIR). Il cantiere rimase aperto 140 giornate di lavoro sotto la direzione degli ingegneri Pier Alfonso Barbè e Sesto Boari. La fabbrica venne inaugurata ufficialmente il 30 agosto 1899, tre giorni dopo l’apertura dello Schiaffino.

Lo stabilimento, un edificio di tre piani con annessa palazzina per gli uffici ed abitazione del direttore, fu il primo ad adottare l’impianto Steffen per la lavorazione delle melasse. I macchinari, provenienti dalla Germania (Magdeburgo) e dal Belgio, lavoravano in media dai 3.000 ai 4.000 quintali di barbabietole al giorno, stivate in tre grandi silos che ne contenevano complessivamente 8.000, producendo una quantità di zucchero greggio oscillante tra i 420 e i 560 quintali. Una rete interna di binari assicurava il trasporto dei prodotti su vagoncini. La fabbrica traeva energia da cinque caldaie, tre per il riscaldamento a vapore e due, di 300 cavalli ciascuna, per il funzionamento dei macchinari. Per la loro alimentazione venivano bruciati giornalmente 400 quintali di carbone. L’acqua veniva attinta direttamente dal Po mediante una potente pompa con una capacità di aspirazione di tre metri cubi al minuto, soddisfacendo ad un bisogno che era triplo di quello di tutta Ferrara (<<Gazzetta Ferrarese>>, 30 agosto 1899). L’impianto di luce elettrica, azionato da una dinamo della potenza di 40 cavalli, assicurava la continuità del lavoro notte e giorno.

La durata della campagna saccarifera era di circa 100 giorni, mentre un periodo di tempo doppio era previsto per la pulitura e la manutenzione delle macchine. Direttore degli impianti era il dottor Kobbert, affiancato dall’ingegner Barbè, in qualità di procuratore generale della ditta, e dall’ingegner Sesto Boari. Lo stabilimento dava lavoro a circa 200 operai – nel 1905 saranno 350 – quasi tutti ferraresi, tranne i capi delle singole divisioni, i quali provenivano in linea di massima dalla Germania, dove già da diverso tempo funzionava l’industria saccarifera e dove quindi le maestranze erano molto esperte. Ben presto tra gli operai dello zuccherificio si fece strada il malcontento che portò ad uno sciopero proclamato già ai primi di settembre dello stesso 1899 al fine di chiedere un aumento di salario. La paga giornaliera, per 12 ore di lavoro, era infatti di una lira e 75 centesimi contro le 2 lire del vicino zuccherificio Schiaffino che, oltretutto, con una produzione di poco superiore, dava lavoro ad un numero triplo di operai. Si deve comunque ricordare che quest’ultimo, come abbiamo visto, aveva assicurato per contratto l’approvvigionamento bieticolo. Lo stabilimento di Gulinelli, eretto con capitale privato, si esponeva invece ai rischi del mercato anche perché lavorava esclusivamente, almeno nelle intenzioni, il prodotto proveniente dai terreni di proprietà del conte e da lui stesso bonificati. La scarsa concorrenzialità di questo sistema produttivo chiuso portò a tramutare l’impresa, negli anni ‘10, in società anonima a capitale azionario, pur mantenendo il prestigioso nome del fondatore e dei suoi eredi.

Morto nel 1901 Luigi Gulinelli, la presidenza della fabbrica passo al figlio Olao, ma fu per iniziativa dell’inesauribile Barbè che essa venne dotata di impianti a vapore per la distillazione di spirito ricavato dagli scarti della produzione zuccherina. Costituitasi allora con rogito datato 22 aprile 1905 la nuova società anonima, denominata Zuccherificio e Distilleria Alcools Gulinelli, con sede legale in Genova e sede amministrativa a Ferrara, vennero fatte pressioni dal trust che raccoglieva tutte le industrie del settore, le Distillerie Italiane, affinché anche lo stabilimento di Pontelagoscuro, unico estraneo al gruppo, vi entrasse a far parte, facendo cessare in tal modo la concorrenza che si esplicava soprattutto nella produzione di alcool industriale. Alla fabbrica Ferrarese, che entrò nella società Distillerie Italiane nello stesso 1905, venne riservata la decima parte delle potenzialità del trust (<<Gazzetta Ferrarese>>, 16 agosto 1905). Il 5 marzo 1906 venne poi inaugurato un nuovo reparto, il primo in Italia, per la fabbricazione di etere solforico, con una produzione giornaliera di 100 ettolitri, destinati principalmente all’illuminazione ed alla fabbricazione della seta artificiale.

Nel 1920 avvenne la fusione con la Zucchereria Nazionale, una società anonima genovese. Degli inizi del 1930 è invece il passaggio all’Eridania, prima con il nome di Società Anonima Zuccherifici Nazionali, poi, alla fine del medesimo anno, con la stessa ragione sociale della potente industria ligure, che rilevò una situazione non certo fiorente visto che, nel giro degli ultimi 5 anni, il numero degli operai impiegati dallo stabilimento era sceso da 500 a 200 per quelli assunti stabilmente, e da 3000 a 1000 per gli stagionali (queste cifre, naturalmente, comprendono sia gli addetti al reparto saccarifero che quelli della distilleria).

Lo stabilimento fu completamente distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale.

Saggio pubblicato su “Il tempo delle ciminiere – Censimento fotografico del patrimonio storico industriale della Provincia di Ferrara. Parte prima: 1800 – 1920” a cura di Roberto Roda e Giovanni Guerzoni – Centro Etnografico Ferrarese – 1992 Interbooks Artegrafica Bolzonella, Padova.

31 marzo 2021


Disegno tratto da Il Lago-Scuro, Ponte per la città“, ed. Arstudio C Ferrara, maggio 1987

Agenore Pezzi e il modernismo a Pontelagoscuro

Buongiorno #pontesani!

Un altro angolo di Pontelagoscuro ove è possibile “viaggiare” nel tempo cercando similitudini urbanistico-architettoniche tra ciò che vediamo oggi e ciò che avremmo visto, nel stesso punto, fino alla primavera del 1944.

Oggi ci troviamo all’angolo tra via Ricostruzione e via Isola Bianca, rivolti verso il panificio Artioli (dove si possono gustare gli squisiti Mandurlin dal Pont) e dando le spalle a quello che fino a 15 anni fa era lo storico Bar Cavallotti, oggi ridotto ad appartamenti. 80 anni fa l’edificio immortalato nella cartolina era una elegante fabbrica progettata dal prof. arch. Agenore Pezzi, mastro edile formatosi nella Pontelagoscuro del vorticoso sviluppo industriale, urbanistico e sociale di inizio 900 ed autore di innumerevoli costruzioni, nel nostro paese come nella stessa città di Ferrara e non solo. Il progetto di “riduzione” del fabbricato situato nella piazza principale di Pontelagoscuro è citato anche nella pubblicazione “Memorie di Architettura pratica – Disegni di edifizi, progetti, rilievi, particolari decorativi” uscita a Torino a partire dal 1909, edita da Fiandesio e diretta, dal 1912 in poi, dall’arch. Carlo Angelo Ceresa, esponente di un gusto eclettico non dissimile da quello espresso da Agenore Pezzi.

Un documentato, e appassionato, articolo su “Agenore Pezzi e il Modernismo a Pontelagoscuro“, cui si riferisono queste brevi note, viene pubblicato da Lucio Scardino nello stupendo volume “Il Lago-Scuro, Ponte per la città“, ed. Arstudio C Ferrara, uscito nel maggio 1987 in concomitanza con l’omonima storica mostra allestita a Palazzo Paradiso. Scrive Scardino nel suo godibilissimo articolo:

“…E anche Pontelagoscuro ebbe il suo architetto <<modernista>>, il quale siglò con efficacia la belle Epoque paesana, orecchiando forse mode esterne con superficiale adesione culturale, ma dimostrando sempre buon gusto e dignitosa professionalità. Mi riferisco ad Agenore Pezzi (…). Agenore Emanuele Luigi Pezzi nacque a Pontedera (Pisa) il 7 ottobre 1888 dal bellunese Arturo, dipendente governativo, e dalla copparese Clodovea Fiuzzi.

Al seguito dei genitori (provenienti da Lucca) Agenore giunse bambino a Pontelagoscuro, quindi in età adoloscenziale, visse a Porotto, Occhiobello, Rovigo. Tornò stabilmente a Pontelagoscuro nel 1910, anno del suo matrimonio con Jole Rosa.

Pezzi aveva studiato da geometra per diplomarsi “professore in architettura” presso l’Accademia delle Belle Arti di Bologna. L’articolo di Scardino riempie diverse pagine e ci saranno future occasioni per riportarne altri stralci. Pezzi infatti fu un architetto molto prolifico, anche nella nostra amata Pontelagoscuro, e tra i pochi edifici superstiti dalla distruzione bellica, alcuni furno progettati da lui: ricordiamo il villino Romanelli, in via Tavernello, recante preziose majoliche del 1913, e il villino Ippoliti sito in via Padova.

Godiamoci allora questo flash-back del nostro angolo della odierna Pontelagoscuro, con un pensiero nostalgico a quella di Agenore Pezzi.

14 marzo 2021


Buongiorno #pontesani!

Oggi proponiamo un confronto “com’è – com’era” in forma diretta. Siamo in via Padova, davanti all’odierno store di Semeraro, in prossimità dell’intersezione con via Ricostruzione. Dove oggi, guardando verso il Po, la visuale è occupata per buona parte dai palazzi degli alloggi popolari (oggi di ACER), prima della guera, grosso modo intorno al 1940, si vedeva, a partire da sinistra nella foto, la rampa della strada verso il ponte, l’abside dell’antica Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, le case del borgo. A un certo punto, più o meno al centro della cartolina, si nota una palazzina miracolosamente scampata alla guerra, che oggi si staglia, fiera di essere una delle rarissime testimonianze del passato, in via del Piacere n. 7, all’angolo con via del Pentimento in questo punto preciso: https://goo.gl/maps/gPoM7vSdizqcYKjdA.

L’angolo ritratto nella cartolina reca la didascalia “Rione Breveglieri“, il cui altro capo della via era in piazza delle Erbe. Praticamente il Rione Breveglieri nel dopoguerra fu conservato nell’urbanistica del paese riscostruito con il toponimo “Via Ricostruzione“, che divenne in sostanza l’asse principale in direzione est-ovest, mentre l’asse ortogonale a questo, in direzione nord-sud, divenne via Isola Bianca.

17 febbraio 2021


Buongiorno #pontesani!

Il trasporto pubblico a Pontelagoscuro ha una lunga storia. Si legge sul sito TPER: “Il 17 gennaio 1899 fu approvato il Capitolato per la concessione di tram a trazione elettrica. In esso si poneva l’accento che, il servizio tranviario, doveva essere considerato di pubblica utilità esattamente come l’illuminazione e l’acqua potabile. Era divenuto necessario, inoltre, collegare Ferrara con Pontelagoscuro dove, tra il 1899 e il 1901, erano sorti stabilimenti per la lavorazione dello zucchero, impianti chimici, opifici per la lavorazione della canapa e saponifici. Nel 1902 erano iniziate le pratiche per la richiesta di costruzione della tramvia a vapore Ferrara – Pontelagoscuro che ebbe tempi di realizzazione lunghissimi“.

La linea tranvaria Ferrara-Pontelagoscuro venne inaugurata il 25 marzo 1912, 18 giorni prima dell’inaugurazione del Ponte stradale sul Po. La foto infatti ritrae il fiammante tram elettrico in corrispondenza del curvone che porta al ponte sul Po in una splendida giornata di festa, con i festoni, le bandiere e il grande stemma della Provincia trionfanti sopra l'”ingresso” alla nuova bretella che conduce al ponte.

Prima del servizio tramviario, era attivo il servizio omnibus a cavalli. Nel novembre del 1907 s’inaugurò un servizio automobilistico tra Ferrara e Pontelagoscuro. Contro questo servizio fece subito ricorso la società che gestiva il collegamento con gli omnibus a cavalli e il Prefetto si vide costretto a sopprimere il collegamento. Altre notizie si trovano su wikipedia, dove è pubblicata una pagina ben documentata sull’argomento. Scopriamo così che La tranvia Ferrara–Pontelagoscuro era una tranvia extraurbana a scartamento metrico e a trazione elettrica della lunghezza di 6,8 km che collegava Ferrara al suo porto fluviale sul Po; fu dismessa nel 1939.

Per quanto riguarda le vicende societarie, Wikipedia ci informa che, “alla fine degli anni trenta, la Società Anonima Ferrarese Trazione Forza e Luce (TFL), partecipata dalla SADE, che gestiva la fornitura cittadina di elettricità ed era nel frattempo subentrata nell’esercizio della rete tramviaria urbana, accusava un deficit elevato anche a causa dello scorporo dei due settori “trasporti” e “luce” e dalla scarsa affluenza di passeggeri; nel 1935 fu soppressa la prima linea urbana ma la situazione ben presto degenerò portando al fallimento della società, che nel 1937 venne posta in liquidazione continuando l’esercizio provvisorio fino al 1938, quando cessò definitivamente quello interno alla città; con regio decreto n. 41075 del 1º dicembre 1938, la TFL decadde dalla concessione della linea per Pontelagoscuro” (da Wikipedia).

IL PERCORSO (da Wikipedia). Il capolinea settentrionale della linea sorgeva in piazza Erbe di fronte all’imbocco della via Coperta, centro nevralgico dell’antica Pontelagoscuro che fu rasa al suolo dai bombardamenti avvenuti durante la seconda guerra mondiale; la successiva ricostruzione stravolse completamente la fisionomia del luogo che si trovava in corrispondenza dell’attuale via dell’Isola Bianca. Da qui il binario seguiva il canale Panfilio, che scorreva a fianco dell’attuale via Venezia, immettendosi poi sul tracciato della strada statale 16 Adriatica (via Padova) dopo aver osservato una fermata all’altezza della stazione ferroviaria che esisteva sul percorso poi abbandonato in seguito ad una rettifica di tracciato. Le successive fermate erano in località La Botte, così denominata per la presenza di un’opera idraulica di scavalcamento del canale Bianco ad opera del canale Boicelli, e presso lo storico locale Caffé del Doro, nell’omonimo quartiere ferrarese, quasi alla confluenza fra via Padova e viale Po. La tranvia raggiungeva il centro storico di Ferrara con la fermata Barriera Giardini davanti a Porta Po, in corrispondenza dello sbocco di viale Cavour, che veniva percorso fino all’altezza del Castello Estense, per poi effettuare capolinea in piazza delle Erbe, in seguito sarebbe stata rinominata piazza Trento e Trieste. L’originario capolinea di piazza Torquato Tasso fu spostato nella sua sede definitiva nel 1917.”

IL DECLINO E L’ARRIVO DEGLI AUTOBUS. Dopo lo smantellamento della tramvia vennero istituite le corse con autobus. Dal sito TPER: Nel 1938 “La rete STU (Società Trasporti Urbani con sede a Milano) prevedeva, temporaneamente:

  • Linea 1 Castello – Ferrovia (Tram);
  • Linea 2 Ospedale Sant’Anna- Borgo San Giorgio (Autobus a metano);
  • Linea 3 Porta Mare – Foro Boario/Aeroporto (Autobus ad accumulatori);
  • Linea Ferrara (Castello) – Pontelagoscuro (Tram).

Il 31 marzo 1939 cessava la trazione tranviaria a Ferrara sostituita provvisoriamente con autobus. La linea per Pontelagoscuro non fu più considerata extraurbana ma facente parte della circoscrizione Comunale di Ferrara. Con lo smantellamento delle tranvie elettriche si procedette alla rimozione dei binari e all’asfaltatura delle strade. Nel 1939, fra le lamentele dei cittadini per la scarsa affidabilità del trasporto pubblico, avvenne l’attivazione dei filobus urbani. La rete STU nel 1940 comprendeva:

  • Linea 1 Ferrovia – Ospedale Sant’Anna (Filobus)
  • Linea 2 Ferrovia – Borgo San Giorgio (Filobus)
  • Linea 3 Porta Mare – Foro Boario/Aeroporto (Autobus ad accumulatori).
  • Linea 4 Castello – Pontelagoscuro (Autobus a metano)

La seconda guerra mondiale causò numerosi danni al servizio pubblico di trasporto (distruzione della rimessa filoviaria e della sottostazione elettrica di alimentazione in via Porta Catena) con conseguente sospensione della rete filoviaria. Gli autobus per Pontelagoscuro furono i soli a non aver mai interrotto il servizio per tutto il periodo bellico. Tutto il parco rotabile ferrarese aveva subito danni o era stato logorato dall’intenso servizio.

Poi venne il dopoguerra…..ma questa è un’altra storia.

10 febbraio 2021


Lo scalo ferroviario di Pontelagoscuro

Buongiorno #pontesani!

Oggi abbiamo deciso di pubblicare una foto di Manchester, Regno Unito😄.

Scherziamo ovviamente, ma cosa viene in mente guardando questa immagine panoramica dello scalo ferroviario di Pontelagoscuro scattata negli anni ’30 ed elaborata con illuminanti didascalie dal nostro storico appassionato pontesano WALTER FERRARI?

…E pensare che quello che si vede occupava grosso modo tutta l’area corrispondente a via Venezia, zona residenziale di via Nemesio Orsatti, campo sportivo…

La stazione ferroviaria era situata in via Padova, di fronte all’odierna Caserma dei Carabinieri, nello stesso punto ove ancora è visibile il troncone di edificio superstite. Dalla stazione la ferrovia deviava a destra dove iniziava la rampa che conduceva, deviando a sinistra, al ponte sul Po. Ma è la vastità dello scalo che impressiona, tenendo presente che i binari si dirigevano anche verso la zona industriale a est della ferrovia, dove c’erano lo zuccherificio Schiaffino, poi Romana, il saponificio Chiozza & Turchi, ed altre industrie minori. Ma un binario arrivava persino sul molo, dove si caricavano i vagoni con le merci ivi tasportate dai natanti che navigavano sul fiume. Questa foto mostra dunque l’autentica anima moderna e dinamica del borgo, e allo stesso tempo una forse unica realtà urbana nella quale un centro storico già di per sè unico e caratteristico era cinto non da mura belliche ma da industrie, ferrovie, un fiume e un canale navigabile (Boicelli).

3 febbraio 2021


Via Breveglieri da via del Pentimento

Buongiorno #pontesani!

Oggi ci concediamo una passeggiata nelle strade interne del borgo di Pontelagoscuro. Nella nostra passeggiata stiamo percorrendo via del Pentimento, l’antica via che delimitava a sud il Ghetto di Pontelagoscuro, e siamo giunti ormai in piazza delle Erbe. Lo sguardo traguarda il cosiddetto “Angolo Breveglieri“, dal nome della via che si apre di fronte al fotografo della cartolina, chiamata appunto “Via Breveglieri“, era situata grosso modo dove oggi c’è via Ricostruzione, nel tratto che va dall’incrocio con Via Isola Bianca a via Padova.

L’epoca della foto va fatta risalire alla fine degli anni ’30 e spulciando nelle storie pubblicate sul web, possiamo trovare un pezzo scritto per La Nuova Ferrara nel 2012 dallo storico Graziano Gruppioni dedicato proprio ad Arturo Breveglieri. Scrive dunque Graziano Gruppioni:

Nella prima decade dell’aprile 1921aderirono al fascismo le località di Copparo, Gradizza, Coccanile, Ambrogio, Fossanova, San Biagio, Brazzolo, Portomaggiore, Maiero, Portorotta, Portoverrara, Bando, Ripapersico, Runco, Gambulaga, Montesanto, Consandolo e Boccaleone. Il potere socialista si stava sgretolando innanzi ad una nuova ideologia che aveva deciso di opporsi con prepotenza alla prepotenza. Ciò diede adito a scontri e violenti contrasti fra le forze al potere e quelle emergenti. A cagione del conflitto che si era instaurato, il 12 aprile 1921 spirò presso l’ospedale Sannt’Anna di Ferrara il fascista Arturo Breveglieri, operaio metalmeccanico di anni 25, colpito a morte in uno scontro a fuoco fra socialisti e fascisti avvenuto pochi giorni prima nei pressi di Pontelagoscuro. Breviglieri fu uno dei fondatori del fascismo con Gaggioli e Brombin. Fu l’ideatore della squadra cosidetta del Celibano e insieme a Italo Balbo e al citato Olao Gaggioli lavorava alla fusione dell’Associazione degli Arditi. Il Breviglieri come dirigente del fascio ferrarese era ricercato dalle forze dell’ordine perche indiziato di aver ucciso il diciassettenne Tullio Zecchi membro della gioventù comunista e ferito un altro giovane esponente in un ulteriore scontro avvenuto in Darsena a Ferrara.

21 gennaio 2021


Piazza Erbe e Via Coperta con il mercato

Buongiorno #pontesani!

Oggi abbiamo pensato di regalarci la visione forse più bella, emblematica, radiosa del nostro borgo perduto, quella forse più conosciuta e ammirata tra tutte le immagini di Pontelagoscuro.Come moltissimi di voi sanno questa foto venne scattata una domenica, probabilmente intorno al 1940. Alla domenica infatti in Piazza Erbe, e sotto la via Coperta, si svolgeva il mercato, e questo avvenimento richiamava tanta gente, anche da fuori.E ci veniva da fuori aveva di che ristorarsi: erano 9 le trattorie e ristoranti che rifocillavano i tanti avventori, tra i quali va ricordato che vi erano anche i lavoratori portuali. Godiamoci allora questa stupenda piazza Erbe in una domenica di mercato.

14 gennaio 2021


Tre giovani pontesani in piazza Erbe 1942

Buongiorno #pontesani!

Condividiamo con molto piacere e curiosità “storica” questa fotografia condivisa dall’amico Lucio Catozzo di Pontelagoscuro in un commento al post pubblicato il 6 dicembre —-> https://www.facebook.com/prolocopontelagoscuro.it/posts/4691294327611388. Scrive Lucio: “Buonasera a tutti, questa foto è stata scattata nel 1942 nella piazza del mercato, sullo sfondo la Via Coperta.Mio papà Enzo è il primo a destra, aveva 18 anni. Con lui Erminio Ferrari al centro e Sergio Pavani a sinistra.

A parere nostro è una foto stupenda, tre giovani pontesani in posa quasi bogartiana, in piena seconda guerra mondiale, nella piazza Erbe e lo sfondo della Via Coperta….da brividi per noi pontesani “sfegatati”. Si riconosce il palazzo Breveglieri sulla sinistra prima della Via Coperta, all’epoca ristrutturato da pochi anni, e desta stupore la tanta gente in piazza, una piazza animatissima. Immaginiamo per un attimo di essere lì, in pratica la posizione è più o meno in via isola Bianca a lato di piazza Mons. Cavallini. Ringraziamo Enzo Catozzo per l’emozione generata da questa bella foto!

8 gennaio 2021


Le scuole elementari di Via Nazionale

Buongiorno #pontesani! Le vacanze sono finite e si torna a scuola, anche se non tutti. 100 anni fa, quando imperversava l’epidemia “spagnola” a Pontelagoscuro i bambini e le bambine entravano da due ingressi opposti nelle “nuove” scuole edificate nel 1910 in via Nazionale, oggi via Padova.

Era un edificio vasto e piuttosto imponente, che testimoniava una popolazione già numerosa, intorno a 4000 abitanti a Pontelagoscuro e borgate. Oggi è un edificio inutilizzato da qualche anno, dopo che è stato trasformato negli anni 90 nella Casa LEA, sede di associazioni, dopo che la funzione scolastica era stata trasferita completamente nelle scuole di via Montefiorino a Ponte Nuovo. Ma l’aspetto curioso, e importante per la storia del paese, è dato dal fatto che le scuole sono state risparmiate dai bombardamenti, restando miracolosamente intatte, uno dei pochi edifici importanti anteguerra a essere tutt’ora in piedi nell’abitato di Ponte Vecchio.

28 dicembre 2020


Il primo ponte ferroviario tra Pontelagoscuro e S.M.Maddalena

Buongiorno #pontesani! Oggi vi rendiamo partecipi di una rarità, la foto, in questo caso un dagherrotipo, del primo ponte ferroviario costruito dopo l’unità d’Italia (1860) interamente in legno e coperto che univa, per la prima volta abbattendo i confini di due stati che diventavano uno L’ ITALIA. #santamariamaddalena #ilmioanticopaese #ilpaesechenoncepiu #borghiditalia #Pontelagoscuro #proloco #fiumepo #storia #ferrara

21 dicembre 2020


Buongiorno #pontesani! cartolina dal porto fluviale di Pontelagoscuro, probabilmente anni ’20. Anche in questa foto si nota la scaletta idrometrica, in primo piano, ancora oggi presente sepolta tra le sterpaglie dell’argine. #ilmioanticopaese #ilpaesechenoncepiu #borghiditalia #Pontelagoscuro #proloco #fiumepo #storia #ferrara #portodipontelagoscuro #portofluviale

18 dicembre 2020


Pontelagoscuro, via Nazionale e “Cisulin

Buongiorno #pontesani! Alcuni di voi nei commenti a qualche post precedente hanno scritto pensieri e ricordi legati alla cappella situata all’inizio di Ponte Vecchio, denominata affettuosamente “al Cisulin“, qui ritratto a sinistra nella bella cartolina della piazza Erbe e via Nazionale.L’Oratorio della B.V. della Misericordia venne edificato secondo lo storico pontesano Giovanni Bedani nel 1856 (o 1858 secondo altre fonti) il quale scriveva nelle sue “Memorie Storiche di Pontelagoscuro” 1^ Ed. 1898:<<Allorchè nel 1855 infieriva il colera facendo grandissima strage, specialmente a ferrara e paesi limitrofi, qui da noi si ebbero a segnalare pochi casi con qualche decesso; tutta la cittadinanza attribuì tale grazia alla Madonna e per tal guisa ad iniziativa della Confraternita si fecero voti d’eregerle una piccola chiesa. Diffatti l’anno dopo, cioè dal 1856, a spesa pubblica venne edificata la piccola chiesa su disegno dell’Ing. Giuseppe Negrelli e dentro vi fu posta la madonna che tutt’ora si venera>>. Il Bedani completa poi la storia aggiungendo, nella 2^ edizione del 1905 che il costruttore fu il “capomastro muratore Luigi Domeghetti“. Un inventario del 1899 redatto in occasione della “sacra visita” dell’Arcivescovo Pietro respighi indicava, tra altro, che <<nell’aprile del 1894 l’Oratorio venne intieramente restaurato, decorandolo all’interno di belle pitture il sig. Ippolito Medini di Ferrara. Questo restauro e decorazione costò alla Pia Unione Lire 686,50>>. Informazioni raccolte dal bel libretto della Parrocchia di San Giovanni Battista di Pontelagoscuro, scritto da Giacomo Savioli e Leonardo Bellinazzi, decorato da Walter Ferrari in occasione del 150° anniversario della costruzione. Tornando alla cartolina, fatta negli anni ’30 si può vedere a lato del cisulin la sede della Croce Rossa, già narrata in un altro post, e ancora oltre la “testa” di un caseggiato singolare, in quanto presenta uno spigolo ad angolo acuto di circa 30°, presente ancora oggi. #ilmioanticopaese #ilpaesechenoncepiu #borghiditalia #Pontelagoscuro #proloco #fiumepo #storia #ferrara #cisulin #oratoriodellamisericordia

13 dicembre 2020


Pontelagoscuro, Borgo Tavernelle e Chiesa seicentesca

Buongiorno #pontesani! Quanti di voi sanno che, nell’area situata tra l’argine del Po, la rampa della Statale e la carrozzeria Centolani c’era una piccola borgata chiamata “Borgo Tavernello” o “Tavernelle“, formata da case molto popolari? Questo borghetto era contiguo alla Chiesa fino a quando, nel 1910, vennero avviati i lavori di costruzone del ponte stradale e della rampa della Statale.

A proposito della “Statale”, in origine era la Strada Provinciale n. 4 “Strada di Pontelagoscuro”…ma di questa Strada Provinciale parleremo prossimamente🙂#ilmioanticopaese #ilpaesechenoncepiu #borghiditalia #Pontelagoscuro #proloco #fiumepo #storia #ferrara

10 dicembre 2020


Fabbrica di saponi Chiozza & Turchi – 1912

Buongiorno #pontesani! Una storica immagine della storica fabbrica di saponi #ChiozzaeTurchi, “LA” fabbrica di Pontelagoscuro, la mitica “saunara” che esportò saponi profumati in tutto il mondo e divenne addirittura fornitrice della Real casa d’Inghilterra. Così scriveva un manifesto celebrativo del 1926:

«Chiozza & Turchi, una delle prime fabbriche di sapone in Italia, nacque sulle rive del Po nel 1812 quando ancora vibrava l’eco della battaglia della Moscova. Napoleone seguito dai resti esausti della sua armata, tornava indietro verso la Francia; l’aquila Imperiale volgeva al tramonto mentre nel cielo d’Italia si accendeva la prima luce di quella stella che doveva brillare sui destini della Patria grande e forte. Oltre cento anni di vita operosa di questo grande stabilimento dal quale in una teoria ininterrotta sono usciti i belli e ben profumati saponi, delizia delle nostre bisnonne, nonne e mammine con la crinolina, e i suoi ottimi saponi per la toeletta ricercati dai bellimbusti in tuba e cravattone, dai dragoni piemontesi e dai “sacchi di farina” del 1848. Al compiersi del suo primo centenario di fondazione, questa Ditta continuava a svolgere la sua feconda vita industriale senza mai essere uscita dalle famiglie che la fondarono nel 1812, esempio raro e forse unico di una industria che in un secolo ebbe tre soli direttori, uno allievo dell’altro, e cioè il Cav. Francesco Tranz dal 1812 al 1853; il Cav. Luigi Turchi dal 1853 al 1893; il Conte Alessandro Avogli-Trotti dal 1893 al 1912. Trasformatasi ora in un più potente e robusto organismo e rafforzatasi coll’entrata in essa di personalità industriali di altissimo ordine, essa estende sempre più le sue attività verso la conquista dei mercati lontani portandovi il nome dell’Italia coi suoi prodotti perfetti, mentre sotto la guida del Cav. Ing. Carlo Turchi, che figlio del secondo direttore dell’industria, vi perpetua la secolare tradizione, essa conserva nel suo interno la sua perfetta e patriarcale organizzazione. Gli operai della Chiozza & Turchi dicono di far parte di una “grande famiglia” e non di un’industria e quella continuità che esiste nella proprietà esiste pure nella maestranza, poiché il nome della maggior parte degli operai che accesero nel 1812 i fuochi sotto le prime caldaie ed iniziarono il lavoro tutt’ora ininterrotto, si trova ancora negli attuali operai nipoti e pronipoti di quelli.» #ilmioanticopaese #ilpaesechenoncepiu #borghiditalia #Pontelagoscuro #proloco #fiumepo #storia #ferrara #saunara #saponificio #storiadeisaponi

8 dicembre 2020


Pontelagoscuro – Piazza Erbe con tram 1920

Buongiorno #pontesani! Ci ritroviamo in piazza delle Erbe, intorno al 1920, con la maestosa facciata della #viacoperta e in primo piano il tram elettrico.

Per approfondire è molto documentata la voce su Wikipedia, questo il link: https://it.wikipedia.org/wiki/Tranvia_Ferrara-Pontelagoscuro #ilmioanticopaese #ilpaesechenoncepiu #borghiditalia #Pontelagoscuro #proloco #fiumepo #storia #ferrara #tramdipontelagoscuro

6 dicembre 2020


Signorine bell’epoque sul ponte di barche

Buongiorno #pontesani! Passeggiata forse domenicale di distinte ed eleganti signore e signorine sul ponte di barche sul Po. Primi anni del ‘900. Sullo sfondo il fronte di Pontelagoscuro sul fiume, a destra scorgiamo la facciata della via Coperta fronte porto, la bella dogana, dal cui balcone si affacciò nel 1857 Papa Pio IX in visita al borgo, case e palazzi del centro storico.

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3 dicembre 2020


Passeggiata sul ponte stradale sul Po

Buongiorno #pontesani!

Una singolare veduta della pista ciclopedonale del ponte stradale prima della guerra.Sullo sfondo la facciata della chiesa parrocchiale. Notate anche, a sinistra, la scaletta idrometrica sull’argine, che discende verso il letto del fiume, presente ancora oggi seppur sommersa tra sterpaglie e inaccessibile a causa dello sbarramento di terra depositato per impedire l’accesso alla piarda dalla strada statale.

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29 novembre 2020


Chiesa parrocchiale seicentesca di San Giovanni Battista

Buongiorno #pontesani! Oggi è domenica e torniamo a proporre la nostra antica chiesa parrocchiale.”1601, o 1606, o 1590? – Una nuova Chiesa di San Giovanni Battista. Anche la Chiesa del 1563 <<si dovè atterrare per cagione del Po… e se ne fabbricò una più grande che fu benedetta il 21 ottobre 1601>>, è scritto in una memoria di Antonio Dolcetti del 1801 anteposto ad una trascrizione di Statuti della Confraternita. La data è controversa. Altri autori scrivono 21 ottobre 1606. In verità, in calce alla visita pastorale del 1592 è trascritta una rivisitazione del 21 ottobre 1601, ma brevissima, poco solenne, certamente non coincidente con la nuova consacrazione. È citata la necessità di 《ampliamento 》 per inadeguatezza dell’edificio e di recinzione del Cimitero 《nuper factum》. Il Guarini afferma che in quella data fu benedetto il luogo e posta la 《pietra angolare 》 della erogena Chiesa, cui fu concesso nel 1602 il fonte battesimale e che il vecchio edificio fu demolito nel 1609. In una minuta di questionario per le parrocchie, in cui sono riportate le misure, il compilatore scrive 《fu edificata nel 1590 sotto gli auspici e per l’ordine di S.Ec.Mons. Giovanni Fontana》, facendo coincidere forse i propositi del Vescovo con la più tarda fase esecutiva. Questa Chiesa secentesca, dedicata a San Giovanni Battista, di attribuzione ignota, di stile sobrio a tre spaziose navate, con dipinti ed arredi ragguardevoli di interesse artistico, si mantenne fino al 1944, quando perì di bombardamenti insieme all’intero paese”. Di Giacomo Savioli, pubblicato su “Il Lago Scuro Ponte per la città” Ed. Artstudio 1987

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27 novembre 2020


Via Nuova e zuccherificio Conte Gulinelli

Buongiorno #pontesani! Oggi proponiamo la veduta dell’attuale via Nuova come si presentava negli anni’20. Sulla destra c’era il complesso saccarifero Gulinelli, uno dei tre stabilimenti (gli altri erano la Raffineria Ferrarese di via Padova poi Eridania e il Roncalli-Schiaffino di via Ricostruzione poi Romana poi Sfir). Probabilmente Pontelagoscuro poteva definirsi a buon diritto il Borgo più dolce d’Italia.

23 novembre 2020


Inaugurazione acquedotto a Pontelagoscuro 1902

Buongiorno #pontesani! Con grandissima enfasi il 28 settembre 1902 venne inaugurato il nuovo acquedotto in piazza delle Erbe a Pontelagoscuro. Questa la notizia riportata sulla Gazzetta Ufficiale del Regno D’Italia numero 226 del 29 settembre 1902: “Un nuovo acquedotto. Ieri, alla presenza delle Autorità civili e militari e del Cardinale arcivescovo di Ferrara, è stato inaugurato solennemente l’acquedotto Pontelagoscuro. Parlò applauditissimo il dott. Braghini, Sindaco di Pontelagoscuro. Seguì la benedizione dell’acquedotto, impartita dal Cardinale Boschi. Quindi pronunziarono altri applauditi discorsi l’avv. Raul Bornardello, l’operaio Giovanni Padani (più probabilmente Bedani, n.d.r.) ed il dott. Pietro Nicolini, Sindaco di Ferrara.

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22 novembre 2020


Ponte ferroviario sul Po a Pontelagoscuro 1910

Buongiorno #pontesani! Una bellissima immagine del ponte ferroviario sul Po con l’immancabile barcone ormeggiato.

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21 novembre 2020


La sede della Croce Rossa a Pontelagoscuro negli anni ’30

Buongiorno #pontesani! Prima della guerra a Pontelagoscuro era attivo il posto di pronto soccorso della #crocerossaitaliana. Era ospitato in un elegante palazzina situata all’ingresso del borgo di fianco al chiesuolino, in alto nella foto. Purtroppo anche questo edificio è stato cancellato dai bombardamenti del ’44. Oggi al suo posto c’è un condominio di 3 piani.

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18 novembre 2020


La distilleria Padana a Pontelagoscuro

Buongiorno #pontesani! In questa immagine della fine anni ’30 sono in primo piano gli opifici della distilleria Padana, adiacente al complesso saccarifero dell’Eridania, in via Padova (allora Strada Statale Adriatica). Sullo sfondo si intravede, da sinistra, l’antica Chiesa di San Giovanni Battista, le scuole (tutt’ora esisenti) e la palazzina dove oggi c’è la pasticceria Vogue.Come si può notare il borgo si presenta molto urbanizzato con forte presenza industriale tanto che gli valse, nell’Enciclopedia Treccani aggiornata nel 1935, l’appellattivo di “industre borgata”. Aguzzate la vista e scorgete magari qualcun altro elemento di interesse.

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12 novembre 2020


Il molo di Pontelagoscuro dal barcone agli ormeggi

Buongiorno #pontesani! Che sensazioni si provano a essere a bordo di questo natante ormeggiato al molo del porto fluviale di Pontelagoscuro! Vedere le arcate della struttura portuale, oggi ancora presenti anche se in parte crollate 😢 a causa di decenni di abbandono 😠. E la coclea del mulinone sulla quale scivolavano i sacchi di farina sui barconi che li trasportavano lontano. Emozioni forti 💓💓per #pontesani autentici e appassionati.

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10 novembre 2020


Curva dal “cisulin” ieri e oggi

Buongiorno #pontesani! Oggi proponiamo un confronto: nella foto sopra Pontelagoscuro com’era e, nella foto sotto, com’è.
Siamo nei pressi del curvone della Strada Statale Adriatica, dove inizia via Nazionale, oggi via Isola Bianca.
A sinistra la cabina elettrica, immutata, poi, ancora più a sinistra si intravede la facciata laterale delle scuole comunali, oggi coperte dall’edificio della #pasticceriaVogue. Sulla destra, dopo la cabina, il “Chiusuolino”, distrutto dai bombardamenti poi ricostruito nello stesso luogo, poi il vialone che conduce alla piazzetta delle Erbe, oggi via Isola Bianca.

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9 novembre 2020


Buongiorno #pontesani! Qualche giorno fa abbiamo scoperto il panorama che si vedeva dall’alto della #Saunara, il #saponificio Chiozza&Turchi.Oggi scopriamo la veduta in direzione opposta, dalla ferrovia verso la Saunara.Si vede la strada sull’argine, oggi via Ricostruzione, e la mole della fabbrica di saponi.

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5 novembre 2020


Panorama di Pontelagoscuro dalla Saunara

Buongiorno #pontesani! Incredibile il panorama del paese dalla sommità della scomparsa #Saunara, alias Premiata fabbrica di saponi Chiozza&Turchi. Tanti riferimenti in questa immagine aiutano a confrontare il panorama scomparso con quello odierno: il ponte ferroviario, il mulinone, l’argine…

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4 novembre 2020


Inaugurazione ponte stradale sul Po a Pontelagoscuro

Buongiorno #pontesani! In vista dei blocchi agli spostamenti tra comuni diversi vi ricordiamo cosa si ammirava quando si attraversava il ponte sul Po prima della guerra. Un’opera con decorazioni in stile liberty allora realizzata dalla Provincia di Ferrara che rendeva il ponte anche un’opera d’arte. Come si vede la cartolina riproduce il giorno dell’inaugurazione avvenuta con tanta folla l’11 aprile 1912.

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3 novembre 2020


Piazza Erbe vista dalla Via Coperta

Buongiorno #pontesani! Una piazza animata in un’assolata mattina di inizio ‘900 nel nostro paese. Mancano ancora i bei palazzi che vennero edificati a corona della piazza negli anni 20-30, ma si staglia sul panorama la mole dell’acquedotto, inaugurato il 28 settembre 1902Il fotografo era rivolto verso sud con alle spalle la via Coperta.

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1 novembre 2020


Buongiorno #pontesani!

Che ne dite di un bel giretto al porto? Probabilmente molti nostri compaesani si scambiavano queste frasi chissà quante volte. C’era tanto movimento al porto di Pontelagoscuro e i rumori, gli odori, l’atmosfera era sicuramente quella tipica di quegli ambienti. Per un attimo, se vi capita di passare dalla “piarda” oggi, in mezzo alle sterpaglie, magari se doveste vedere ancora una “bitta” dove si legavano gli ormeggi dei barconi, chiudete gli occhi e aggiungete al gorgoglio dell’acqua le voci dei marinai, i tonfi delle merci scaricate, il borbottio profondo dei motori dei barconi, il fischio del trenino che si fermava sul molo. Forse per un attimo si può immaginare un mondo che oggi non c’è più al porto di Pontelagoscuro.

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31 ottobre 2020


Panorama di Pontelagoscuro dal campanile della Chiesa

Buongiorno #pontesani! Questo era il panorama del Centro del borgo nel 1910 preso dal campanile dell’antica chiesa parrocchiale. Si scorgono tante ciminiere e i più attenti sapranno vedere la via Coperta, che tagliava in due il centro con i suoi 110 m. di lunghezza.

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30 ottobre 2020


Il Giro d’Italia del 1911 a Pontelagoscuro

Buongiorno #pontesani! Il 103° Giro d’Italia è terminato da pochi giorni ma andiamo indietro nel tempo e facciamo tappa a…100 Giri fa!Siamo nel 1911, il 27 maggio, e come si vede c’è ancora il ponte di barche, perchè il nuovo ponte stradale in ferro, realizzato dalla Provincia, venne inaugurato il 11aprile 1912. Il 4° Giro passò quindi sul nuovo ponte (quasi sicuramente).

IL GIRO DEL 1911. In concomitanza con la grande Esposizione sorta per le celebrazioni del Cinquantenario del Regno, la partenza fu data a Roma. Il Giro fu caratterizzato da un’alternanza di risultati. Petit Breton e Galetti, favoriti per la vittoria finale si diedero battaglia, fin quando il francese fu costretto al ritiro nella penultima tappa causa un irrimediabile problema tecnico alla sua bicicletta. Galetti vinse così il Giro e Giovanni Rossignoli si confermò il migliore nella classifica a tempo.

La 7^tappa del 27 maggio univa Milano a Bologna, giunse a Pontelagoscuro passando dal Veneto ed il percorso fu lungo ben 394 km. L’ordine di arrivo fu:

  • 1° Dario Beni, squadra Fiat, tempo 13h15’00”
  • 2° Giuseppe Santhià, Fiat, s.t.
  • 3° Carlo Galetti, Bianchi, s.t.Pavesi, in testa al gruppo a Pontelagoscuro, giunse 9° a Bologna e 8° nella classifica generale finale.

Storia del Giro d’Italia – Gazzetta dello Sport

Giro d’Italia 1911 – Wikipedia

Giro d’Italia 1911 – Fondazione Pirelli

Giro d’Italia 1911 – InBici.net

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29 ottobre 2020


Antica chiesa parrocchiale San Giovanni Battista di Pontelagoscuro

Buongiorno #pontesani! Bellissima l’antica chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, che era situata ai piedi della salita al ponte sul Po della statale adriatica, sul lato destro. A Pontelagoscuro “… si dovè atterrare per cagione del Po (ndr la chiesa del 1563) . . . e se ne fabbricò una più grande che fu benedetta il 22 ottobre 1601” scrive il Dolcetti in una memoria del 1801. L’interno della chiesa, bellissimo, era a tre navate e cappelle laterali, con dipinti del Bononi e dello Scarsellino.

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28 ottobre 2020


Ponte stradale e traliccio alta tensione sul Po

Buongiorno #pontesani! Già prima della guerra, tra Pontelagoscuro e #santamariamaddalena passava la linea dell’alta tensione. Nella foto si vede il traliccio del grande elettrodotto da 50.000 volts che dal Veneto attraversava il fiume Po. Sullo sfondo, a sinistra il vecchio ponte stradale, al centro l’antica chiesa parrocchiale (consacrata nel 1606) e le case del borgo Tavernello, a destra il traliccio. A Pontelagoscuro il servizio di illuminazione elettrica iniziò il 10 dicembre 1913, a Ferrara ebbe inizio nel dicembre 1916. Il primo servizio di tram elettrico era la linea Ferrara -Pontelagoscuro inaugurato il 25 marzo 1912.

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27 ottobre 2020


L’ingresso alla Via Coperta dal porto sul Po a Pontelagoscuro

Buongiorno #pontesani! Che meraviglia la facciata dell’antica #ViaCoperta rivolta verso il Po!I naviganti che approdavano al porto fluviale trovavano rifugio e ristoro sotto la galleria. Pensate che prima della guerra erano attivi 9 ristoranti e osterie! La Via Coperta nacque nel 1648 come loggiato (era lungo 110 metri!) per lo stoccaggio delle merci a servizio del porto fluviale.

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26 ottobre 2020


Buongiorno #pontesani! Uno scorcio pittoresco di via Panaro, il “corso” della vecchia Pontelagoscuro. L’edificio scuro in fondo era la #ViaCoperta, alla cui intersezione ci erano i portici dei “Panzin“, dove si respirava il profumo di mandurlin dal Pont, che si preparavano nella gelateria. A sinistra le scuole comunali.

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25 ottobre 2020


Stazione ferroviaria di Pontelagoscuro

Buongiorno #pontesani! Pontelagoscuro, stazione di Pontelagoscurooo!La nostra stazione dei treni era importante, addirittura fino al 1870 qui terminava la ferrovia Bologna-Ferrara-Pontelagoscuro, poi venne costruito il primo ponte in legno sul Po. Fino al 1958 la #ferrovia era a lato di via Padova, e della vecchia stazione, situata in via Milano di fronte alla nuova stazione Carabinieri e al Collin’s Pub, ne rimane circa metà, residua dopo la guerra. Se andate a vederla ancora ci sono le tracce delle insegne, i bagni, il magazzino piccolo.

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24 ottobre 2020


Buongiorno #pontesani! Oggi mettiamo a fuoco un edificio visto sullo sfondo qualche giorno fa: l’Hotel Croce Verde, un 4 stelle che ornava, con le preziose rifiniture in stile #liberty (o #artdeco, chiamiamo in soccorso gli esperti in architettura), la quinta di piazza delle Erbe conosciuta come “Angolo Breveglieri“, oggi più o meno all’angolo tra Ricostruzione e Isola Bianca dove c’è un palazzo dell’Acer. Il borgo ospitava viaggiatori anche facoltosi, commercianti, imprenditori, e questo tipo di presenze richiede strutture ricettive di un certo livello.

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23 ottobre 2020


Il passaggio della 1000 Miglia del 1950 a Pontelagoscuro

Buongiorno #pontesani! In occasione del passaggio della carovana della Mille Miglia facciamo un salto nel passato con questo cinegiornale dell’Istituto Luce. Al minuto 1,00 il conduttore ci porta a…

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22 ottobre 2020


Il cantiere per la costruzione della Biconca di Pontelagoscuro

Buongiorno #pontesani! Si lavora per la costruzione della chiusa di collegamento tra il Po e la biconca del Canale #boicelli nel 1927.Oggi questo tratto di chiusa non esiste più perché sostituito da quello nuovo realizzato nel 2004.

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21 ottobre 2020


Il corpo dei Civici Pompieri di Pontelagoscuro

Buongiorno #pontesani! Non ci crederete ma a Pontelagoscuro prima della guerra c’era il Corpo di Civici Pompieri.Come si vede dalla foto era anche un bello squadrone!

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20 ottobre 2020


Piazza Erbe vista dalla Via Coperta

Buongiorno #pontesani! Anche oggi siamo in #piazzadelleerbe ma con il fotografo posizionato sotto l’ingresso della #viacoperta, rivolto verso la piazzetta. L’elegante edificio in stile neogotico sulla Destra è l’hotel Croce Verde, un 4 stelle dell’epoca. Era all’angolo con via Breveglieri, praticamente l’incrocio tra le odierne via Isola Bianca e Ricostruzione. Al suo posto oggi c’è un palazzo delle case popolari ACER.

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19 ottobre 2020


Piazza Erbe con il taxi di Pontelagoscuro

Buongiorno #pontesani! Iniziamo questa settimana con una bella immagine di quella che si chiamava #piazzadelleErbe, l’elegante “piazzetta” del borgo dalla quale si dipartiva la #viacoperta, con la maestosa facciata.

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18 ottobre 2020


Interno della Via Coperta di Pontelagoscuro

Buongiorno #pontesani! Guardate che vita animata che brulicava sotto la #ViaCoperta a #Pontelagoscuro negli anni 20.La Via Coperta venne inaugurata nel 1648 dal Cardinale Donghi, il “Legato” che l’anno prima fece edificare il #LoggiatoDeiCappuccini di Comacchio.

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17 ottobre 2020


I portici dei Panzin in via Panaro

Buongiorno #pontesani! I #portici dei “panzin”, dove la #viacoperta intersecava via Panaro. In evidenza il taxi di Rosignoli.

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